Benedizione dell’acuqa del sale e della frutta a Pasian di Prato:
venerdì 5 gennaio ore 17.00.
(dal sito www.diocesiudine.it)
Alla vigilia dell’Epifania un’antichissima tradizione friulana, che risale alla Chiesa di Aquileia, collega il segno battesimale dell’acqua alla Manifestazione del Signore. Da qui nasce la prassi di benedire l’acqua santa. Storia e liturgia riassunte in un sussidio edito nel 2013 dall’Ufficio liturgico diocesano di Udine.
Le tradizioni più antiche delle Chiese raccolgono nella solennità dell’Epifania i vari momenti che si riferiscono alla Manifestazione del Signore:
- la visita e l’adorazione dei Magi venuti dall’oriente, primizia dei popoli chiamati alla fede;
- il Battesimo nelle acque del fiume Giordano e la rivelazione attraverso la voce del Padre e la presenza dello Spirito;
- il primo dei “segni” avvenuto alle Nozze di Cana, in cui Gesù «manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui»;
- infine, secondo alcune attestazioni locali, anche la moltiplicazione dei pani e la trasfigurazione sul monte.
Sono tutti eventi in cui si è manifestata la gloria di Dio all’uomo straniero, peccatore, affamato, desideroso di salvezza.
Epifania, dall’oriente ad Aquileia
Riguardo al nostro Friuli, è sufficiente uno sguardo panoramico alle tradizioni legate alla festa epifanica per coglierne lo stretto legame con la cultura locale, senza dubbio soggetta a influssi delle chiese orientali. Già il nome Epifania (dal greco epiphàneia, theophàneia) è stato richiamato dal friulano Pasche Tafanie.
Nella Chiesa di Aquileia è interessante, a questo proposito, il discorso n. 34 del santo patriarca Cromazio, de Epiphania Domini, nel quale il pastore celebra il mistero del Battesimo di Cristo. Va rilevato il riferimento di Cromazio al testo evangelico del Battesimo nel Giordano.
Nell’ambito della tradizione liturgica locale non è possibile sottacere il codice evangeliario del XV secolo, utilizzato a Cividale per la celebrazione della Messa dello Spadone.