
Quasi arrivati alla fine di questo mese di maggio, riprendo la riflessione condivisa con voi sul Bollettino “Il Redentore” di Pasqua. Nel messaggio citavo le parole di Santa Teresa di Calcutta, ispiratrice di un mio condiviso sentire spirituale e pastorale; le sue parole -non con l’intento di creare atmosfere emotive con frasi copiate ad effetto- le abbiamo consapevolmente fissate come auspicio e “stile comunitario” agli ingressi dei nostri spazi parrocchiali dove si svolgono attività di catechesi, di carità, liturgiche e
giovanili: “trova il tempo per pensare, trova il tempo per pregare, trova il tempo per servire…e sarai felice”.
La felicità! La felicità sta a cuore credo a tutti. E’ un desiderio che tutti custodiscono e cercano di realizzare. Per un pastore alla guida di una comunità cristiana, la felicità viene dal suo essere intimamente unito a Cristo: dono -comunque- non merito. Ma un pastore chiamato a guidare un gregge deve avere a cuore anche un’altra felicità: quella che viene dal vedere il suo stesso gregge affidatogli, felice! Un gregge unito e non disperso, un gregge felice perché -anche attraverso il suo pastore- conosce il “Pastore grande, il Pastore Bello”, Cristo. Santa Teresa ci ricorda però che per arrivare a questa felicità bisogna prima di tutto “trovare il tempo”. Sappiamo benissimo tutti che è diventato sempre più difficile trovare il tempo. Per le cose di ogni giorno. Figuriamoci per le “cose” che riguardano la nostra vita cristiana.
Cari fratelli e sorelle, Mons. Tonino Bello esortava così i suoi fedeli: “proteggiamoci dalla tragica overdose di impegni. Concediamo al nostro Spirito inquieto i pascoli della preghiera, della contemplazione, dell’abbandono in Dio. Non è solo problema di igiene spirituale. È soprattutto ricerca di un’autenticità che abbiamo smarrito”. Con queste parole vorrei
raggiungervi tutti -famiglie in particolare- perché desidero aiutarvi a “ritrovare il tempo” per la felicità vera!
Dunque, perché questa riflessione aperta? Perché dopo la ripresa della “normalità” post-pandemia, invece di osservare un ritorno -in molti campi, anche sociali- osserviamo un progressivo indebolimento della gioia dello stare assieme, della generosità di un servizio stabile, dell’identità di una comunità. Anche la comunità cristiana risente di questo, registrando un progressivo
disamoramento alla fedeltà e soprattutto un impoverimento della vita spirituale. Manca a mio avviso la “passione dell’essere e del fare” che sono alla base della vita credente. In merito a questo, con gli operatori pastorali abbiamo ragionato sull’opportunità di intavolare percorsi di formazione, e abbiamo creato anche occasioni di approfondimento. Questo è lodevole ed è auspicabile che si
rinnovi. Ma -ripeto- la mia felicità è sapere che il gregge è felice! Sono convinto cioè che la vera felicità viene dall’incontro reale con Cristo. E l’incontro con Lui -prima delle proposte straordinarie- viene dalla familiarità con i momenti ordinari e ripetuti che nutrono la vita spirituale: l’Eucaristia domenicale, la confessione sacramentale, la Lectio Divina, l’Adorazione Eucaristica e la
preghiera del Rosario: sono questi i momenti e i “luoghi” dove si incontra il vero Maestro, che ci forma e ci conforma a Lui.
Più volte ho espresso la mia soddisfazione per molti aspetti che riguardano la vita parrocchiale; ma recentemente vi ho consegnato anche la mia personale amarezza nel constatare significative assenze proprio nei momenti ordinari
(sopracitati) della vita spirituale, sia dai parrocchiani che dagli stessi operatori pastorali. Scarsa è la partecipazione delle famiglie con i fanciulli e i ragazzi alla Messa domenicale.
E’ palese l’abbandono alla fedeltà eucaristica dei bambini che si “preparano” alla prima comunione e dei giovani che hanno “confermato” la loro fede. Mancano i bambini al Rosario, ma scarseggiano anche i parrocchiani, abituati -forse- a recitarlo più comodamente a casa davanti alla Tv. Per questo -credo ispirato dallo Spirito Santo- mentre stavo preparando una prossima convocazione del Consiglio Pastorale per affrontare questi temi, ho pensato di dare la possibilità a tutti coloro che desiderano confrontarsi di partecipare straordinariamente -in forma assembleare- ad un incontro comunitario. Non ho la pretesa di risolvere le questioni e di trovare soluzioni; voglio evitare anche di farvi perdere tempo in riflessioni inconcludenti al gusto di “aria fritta”. Con voi vorrei -invece- “trovare il tempo per pensare” per meglio servire -sempre con voi- questa generazione, questo tempo, questa comunità. Tradotto nella pratica: l’incontro che vi propongo avrà primariamente lo scopo di ascoltarsi, confrontarsi, sostenersi; se il Signore ce lo concederà, individueremo eventualmente i passi da fare assieme.
Invito dunque tutto il Gruppo di Riferimento Parrocchiale, tutti gli operatori pastorali di ogni ambito e i parrocchiani che desiderano portare il loro contributo all’incontro assembleare che si terrà
MARTEDI 6 GIUGNO alle 20.30
in Sala San Giacomo.
In attesa di incontrarvi, prego con voi e per voi lo Spirito Santo Consolatore.
Don Ilario